Il gas è stato classificato dalla monografia IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come agente cancerogeno per l’uomo, appartenente al gruppo 1.
Il pericolo per la salute deriva dai prodotti del decadimento del radon. Questi, essendo elettricamente carichi, si attaccano al particolato dell’aria e penetrano nel nostro organismo tramite le vie respiratorie. Una volta nei tessuti polmonari, continuano a decadere e a emettere particelle alfa che possono danneggiare in modo diretto o indiretto il DNA delle cellule. Se il danno non è riparato correttamente dagli appositi meccanismi cellulari, può evolversi dando origine a un processo cancerogeno.
Le evidenze epidemiologiche hanno dimostrato che all’esposizione al radon è correlato un aumento statisticamente significativo del rischio di tumore polmonare. L’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia il numero di casi di tumore del polmone attribuibili all’esposizione al radon è compreso tra 1.000 e 5.500 ogni anno (su un totale annuale di circa 31.000 tumori polmonari). Inoltre la maggior parte dei casi è tra i fumatori, a causa dell’effetto sinergico tra radon e fumo di sigaretta.
Tutti coloro che per motivi di lavoro, oppure per aver soggiornato e abitato in edifici o luoghi contaminati dal gas radon, corrono il rischio di contrarre patologie ad esso collegate. In caso di malattia professionale o di una permanenza in una abitazione sussistono i presupposti per il risarcimento. Nel caso dei luoghi di lavoro – è bene dire che anche una può essere considerata un luogo di lavoro laddove vi sia una badante o baby sitter, ecc, le malattie correlate all’esposizione al radon sono riconosciute dall’INAIL :
- tumore del polmone (C34 – D.M. 09/04/2008, lista 1);
- linfomi ( C82 -C85 – D.M. 09/04/2008, lista 2);
- leucemie (C91 -C95 – D.M. 09/04/2008, lista 2).
Tra queste patologie, il tumore polmonare è inserito nella Lista I dell’INAIL. Perciò, sussiste la presunzione legale d’origine. Invece i linfomi e le leucemie sono inseriti nella Lista II. Questo vuol dire che non vi è presunzione legale d’origine. L’onere della prova dell’origine professionale della malattia spetta quindi al lavoratore.
Una volta ottenuto il riconoscimento della malattia professionale, si ha diritto all’indennizzo INAIL, qualora il danno biologico sia compreso tra il 6% e il 15%. Invece spetta la rendita INAIL se l’infermità provoca un danno biologico superiore al 16%. Oltre all’indennizzo e alla rendita INAIL, il lavoratore affetto da malattie professionali ha diritto all’integrale risarcimento dei danni dal datore di lavoro.
Il gas radon, essendo dannoso per la salute, provoca un danno biologico. Tuttavia questo tipo di pregiudizio porta con sé anche sofferenze fisiche, morali e una radicale modificazione dei progetti e programmi di vita. Sussistono quindi anche il danno morale ed esistenziale (danni non patrimoniali), che devono essere integralmente risarciti. In più, vi è un pregiudizio economico, quindi un danno patrimoniale (danno emergente e lucro cessante).
Per stabilire l’ammontare del risarcimento danni sono utilizzate le Tabelle del Tribunale di Milano. Così l’indennizzo INAIL deve essere scorporato per poste omogenee dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Mentre tutti gli altri pregiudizi devono essere integralmente risarciti.
Anche in caso di locazioni o compravendite è bene fare delle misurazioni preventive per accertare la presenza del gas radon , onde evitare contestazioni e richieste di danni per vizi occulti dell’immobile, che deve essere sempre privo di fattori anche potenzialmente dannosi o lesivi alla salute delle persone.
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