Il radon è un gas nobile radioattivo naturale, incolore e inodore, generato dal decadimento dell’uranio presente in suolo e rocce. Una volta emesso, può infiltrarsi negli edifici attraverso crepe, giunti strutturali, canalizzazioni e fondazioni, accumulandosi negli ambienti indoor. Poiché il radon è riconosciuto come la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo, è fondamentale prevenirne l’ingresso attraverso tecniche di mitigazione efficaci.
Tra queste, il pozzetto radon rappresenta una delle soluzioni più diffuse, sia in fase di costruzione sia, con modifiche, in edifici esistenti.
1. Tipologie di Pozzetto Radon
Esistono due categorie principali:
A. Pozzetto Radon Passivo
È un sistema non alimentato da energia elettrica, che sfrutta il naturale tiraggio d’aria e le differenze di pressione tra il suolo e l’atmosfera per ridurre la concentrazione di radon nel terreno e nei locali sovrastanti.
Componenti principali:
- Camera di raccolta (ghiaia o blocchi drenanti)
- Tubi di ventilazione che si estendono fino al tetto
- Copertura protettiva o griglia
B. Pozzetto Radon Attivo
A differenza del passivo, l’attivo include un ventilatore elettrico (aspiratore) che crea una depressione nel sottosuolo per estrarre in modo continuo il gas radon.
Componenti principali:
- Pozzetto simile a quello passivo
- Ventilatore radon-specifico (a bassa rumorosità e consumo)
- Sistema di monitoraggio portata/pressione (opzionale)
2. Fasi di Realizzazione
Fase 1: Analisi e Progettazione
- Studio geologico del sito
- Valutazione della permeabilità del terreno
- Misure preliminari della concentrazione di radon
- Scelta della tipologia (passiva o attiva) in base ai dati e alla normativa (es. D.Lgs 101/2020)
Fase 2: Scavo e Preparazione
- Scavo del pozzetto (profondità variabile, solitamente 0,8–1,2 m)
- Realizzazione del letto drenante (ghiaia lavata)
- Posizionamento del contenitore o cassaforma (in PVC, PE o cemento)
Fase 3: Installazione della Canalizzazione
- Collegamento verticale verso il tetto (diametro ≥ 110 mm)
- Posizionamento della ventola (solo per impianto attivo)
- Isolamento dei punti di attraversamento per evitare perdite
Fase 4: Test e Messa in Opera
- Verifica della depressione generata (attivo)
- Misura della concentrazione di radon indoor prima e dopo l’attivazione
- Eventuale integrazione con sigillature delle fessure
3. Vantaggi e Svantaggi
Sistema | Vantaggi | Svantaggi |
---|---|---|
Passivo | – Nessun consumo elettrico – Basso costo di realizzazione – Manutenzione minima | – Efficacia variabile – Dipende dalle condizioni ambientali e strutturali – Scarso controllo sulla portata |
Attivo | – Elevata efficacia anche su suoli difficili – Controllo continuo – Idoneo per edifici già esistenti | – Consumo elettrico – Maggiore costo iniziale – Necessità di manutenzione (ventola, filtri, controlli) |
4. Quale scegliere
- Pozzetto passivo: consigliato in nuove costruzioni, in suoli ben drenati e in presenza di valori non critici di radon.
- Pozzetto attivo: preferibile in ristrutturazioni, in aree ad alta presenza di radon, o quando il sistema passivo non garantisce risultati soddisfacenti.
5. Conformità Normativa
Il D.Lgs 101/2020 e smi impone la valutazione del rischio radon nei luoghi di lavoro, tra cui scuole, uffici pubblici e ambienti sanitari, con un livello di riferimento annuale di 300 Bq/m³. Il pozzetto radon è una delle soluzioni tecniche raccomandate per la mitigazione, specie in combinazione con:
- Ventilazione meccanica controllata (VMC)
- Barriere al gas
- Sigillature e pressurizzazione dei locali
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