POZZETTO RADON: SOLUZIONE PER RIDURRE LA RADIOATTIVITA’ NEGLI EDIFICI

Un pozzetto radon è un sistema utilizzato per ridurre la concentrazione di radon, un gas radioattivo naturale che può accumularsi negli edifici, specialmente in quelli con fondazioni a contatto diretto con il terreno. Questo sistema funziona creando una cavità nel terreno sotto l’edificio, collegata a tubazioni che trasportano il gas all’esterno. L’aria all’interno del pozzetto viene aspirata, spesso con l’aiuto di un aspiratore elettromeccanico, per impedire al radon di infiltrarsi negli ambienti interni.

È una soluzione efficace, in grado di ridurre i livelli di radon fino al 95%, ma la sua efficienza può variare in base alla permeabilità del terreno e al dimensionamento dell’impianto. Questo tipo di intervento è particolarmente utile in edifici con fondazioni a platea, dove altre tecniche di mitigazione potrebbero non essere applicabili.

Come si realizza un pozzetto radon

La realizzazione di un sistema di depressurizzazione del suolo con pozzetto radon segue alcuni passaggi standard, adattabili sia a nuove costruzioni che ad edifici esistenti.

Fasi operative principali:

  1. Individuazione del punto di installazione
    • Nuove costruzioni: il pozzetto si colloca sotto la platea o nei vespai ventilati, preferibilmente al centro della fondazione per massimizzare l’area di influenza.
    • Edifici esistenti: il pozzetto viene scavato all’esterno dell’edificio, vicino al perimetro, in corrispondenza della zona da proteggere.
  2. Scavo e preparazione
    • Si realizza una cavità nel terreno con un diametro di circa 40-50 cm e profondità variabile (da 40 cm a 1 m) a seconda del tipo di suolo.
    • Sul fondo si posiziona ghiaia drenante per facilitare la raccolta del gas radon e impedire l’ostruzione del tubo.
  3. Installazione del condotto
    • Si inserisce un tubo in PVC (diametro consigliato: 75–110 mm) che collega il pozzetto all’esterno o verso l’alto (verso il tetto o il cortile).
    • L’uscita del tubo deve essere sopra il livello del tetto o lontana da aperture (finestre, prese d’aria) per evitare reimmissione del radon.
  4. Sigillatura e rifinitura
    • Tutti i punti di attraversamento della fondazione devono essere sigillati ermeticamente per evitare ingressi diretti del gas.
    • Il pozzetto può essere ispezionabile o coperto da una griglia tecnica.

Pozzetto passivo o attivo? Le differenze

Si può optare per la soluzione passiva (senza estrattore) o attiva (con ventola di aspirazione). Dipende dal genere di terreno, dalle concentrazioni, il tipo di fabbricato, l’uso, ecc. Si agisce comunque da soluzioni passive per arrivare a quelle attive, più costose e bisognose di manutenzione periodica.

Pozzetto passivo (ventilazione naturale)

  • Funziona sfruttando il tiraggio termico: l’aria calda tende a salire lungo il tubo, trascinando con sé il gas radon.
  • Non richiede corrente elettrica né apparecchiature meccaniche.
  • Più economico e semplice, ma meno efficace in presenza di:
    • suoli poco permeabili
    • basse escursioni termiche
    • edifici molto isolati

Quando usarlo? In edifici ben progettati, con suoli drenanti e in zone non particolarmente a rischio.

Pozzetto attivo (ventilazione forzata)

  • Include una ventola elettrica a basso consumo (10–30 W) installata lungo il condotto, che crea una depressione costante nel sottosuolo.
  • Maggiore capacità di aspirazione e controllo del radon.
  • Richiede un piccolo allaccio elettrico e manutenzione periodica della ventola.

Vantaggi:

  • Efficace anche in condizioni difficili
  • Adatto ad abitazioni esistenti o locali interrati
  • Garanzia di abbattimenti importanti (>90% nei casi più gravi)

Quando usarlo? In casi di concentrazione elevata (>300 Bq/m³), terreni compatti o edifici a uso sensibile (scuole, RSA, biblioteche).

Consigli progettuali

  • In edifici nuovi, prevedere predisposizioni passive (pozzo e condotto), facilmente trasformabili in attivo in caso di necessità.
  • Per aumentare l’efficacia: utilizzare membrane anti-radon al di sotto della platea o dei pavimenti.
  • Integrare il sistema con ventilazione meccanica controllata (VMC) negli ambienti abitati.
  • Prevedere monitoraggio continuo con dosimetri elettronici o dosi cumulative per validare l’efficacia del sistema.

L’attività riferita alla mitigazione del gas radon è stata affidata dal legislatore agli Esperti in intervento di risanamento, sono tecnici iscritti all’Albo (geometri, ingegneri, architetti, periti) con abilitazione alla progettazione edile in possesso di un attestato di qualifica conseguito dopo un corso di formazione di 60 ore, che si aggiorna periodicamente.

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